Negli ultimi vent’anni, povertà e disuguaglianze sono cresciute in modo allarmante, anche in città considerate ricche e dinamiche come Milano. Crisi economiche, pandemia, guerre e inflazione hanno spinto sempre più persone alla soglia della povertà, creando un divario sociale difficile da ignorare. Oggi, anche chi ha un lavoro spesso non riesce più a vivere con serenità: è la realtà dei “working poor”, persone che, pur avendo un reddito, si trovano costrette a chiedere aiuto per mettere insieme il pranzo con la cena.
Secondo Caritas ambrosiana, nel 2024 solo a Milano sono state aiutate 5.475 persone, un terzo del totale nell’intera Diocesi. Il problema più visibile? La povertà alimentare. Non si tratta solo di avere cibo a sufficienza, ma di poter accedere a un’alimentazione dignitosa e sana. Un’indagine di ActionAid ha stimato che nel 2022 oltre 5 milioni di italiani non potevano permettersi un pasto completo ogni due giorni o partecipare a occasioni sociali legate al cibo.
L’inflazione, pur rallentando, continua a pesare sui bilanci familiari, mentre i prezzi dei beni essenziali rimangono alti. Il risultato? Sempre più persone si rivolgono a Caritas, al Banco alimentare e a realtà come la Fondazione Progetto Arca, che dal 2020 ha registrato un aumento del 25% nelle richieste di aiuto. Nei social market milanesi, il 50% degli utenti vi si reca per fare la spesa e il resto per ricevere supporto psicologico, educativo e sociale.
Oggi non basta più donare un pacco alimentare: è essenziale aiutare le famiglie a ricostruire la propria autonomia. Per questo, nei social market si lavora con educatori finanziari, assistenti sociali e, se serve, psicologi. Si cerca di individuare le radici della fragilità economica per costruire percorsi di uscita dalla povertà.
La legge Gadda del 2016 ha dato un impulso importante, favorendo il recupero e la donazione di eccedenze alimentari: un modo intelligente per ridurre lo spreco e sostenere chi è in difficoltà. Le grandi distribuzioni, da parte loro, iniziano a offrire prodotti freschi a prezzi ridotti, contribuendo concretamente al sostegno alimentare.
Dietro ogni intervento c’è un obiettivo chiaro: restituire dignità. Come ricorda Luciano Gualzetti, direttore di Caritas ambrosiana, l’aiuto alimentare è solo un primo passo. Il vero traguardo è l’autonomia. Perché nessuno dovrebbe essere costretto a scegliere tra una bolletta pagata e un pasto caldo.
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