Scuola

I pomeriggi così lunghi dopo le lezioni

Le ore comprese tra il ritorno da scuola e la cena sono un territorio troppo vasto per molti ragazzi: rinasce, dopo lo stop pandemico, la voglia di ritrovarsi per stare insieme a studiare. Si ricercano i luoghi per farlo: oltre i bar e le biblioteche, la scuola e l’oratorio sembrano essere i più ricercati

La pandemia ha cambiato le abitudini dei più giovani che trascorrono il tempo dopo la scuola in solitudine, mentre i social paiono gli unici legami per comunicare con l’esterno. Nel 2023 solo il 27,6% degli 11-14enni e il 30,1% dei 15-17enni dichiaravano di vedere tutti i giorni i propri amici. Dati molto distanti rispetto al 70% della generazione precedente. Ma si comincia a notare un’inversione di tendenza. Molti si ritrovano per studiare insieme e sentono la necessità di condividere il tempo con i compagni, ma non in casa, giudicata troppo distraente. E allora, dove? Nelle biblioteche, nei bar e negli spazi di co-working, anche se la scuola resta il luogo privilegiato, insieme agli oratori.

Se ne occupa la copertina de il Segno di settembre raccogliendo testimonianze e problematiche. Ne parla don Fabio Landi, responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale scolastica, sottolineando l’urgenza di spazi dedicati allo studio, magari supervisionati da adulti, e Vincenzo Sibillo, direttore generale dell’Istituto Leone XIII di Milano, che ribadisce quanto la scuola sia oggi il nuovo spazio dove trascorrere il pomeriggio, con proposte diverse, più o meno strutturate, che raccolgono il favore anche delle famiglie.

Don Stefano Guidi, direttore della Fom (Fondazione oratori milanesi) e coordinatore di Odl (Oratori diocesi lombarde), parla dei doposcuola, tra le proposte oratoriane più fortunate, in Diocesi più di 300, presenti nel 62% delle parrocchie. L’oratorio rimane uno spazio custodito e aperto alla relazione, dove i ragazzi hanno anche la possibilità di autogestirsi nel gioco, senza trovare necessariamente il tempo organizzato minuto per minuto.

Interviene nel dibattito anche Francesca Gisotti, pedagogista dell’Area minori di Caritas ambrosiana, sottolineando l’impegno ventennale di Caritas nei doposcuola, fornendo sostegno alle parrocchie nella startup, formando i coordinatori e proponendo ai volontari occasioni di approfondimento culturale. Il doposcuola ha assunto la caratteristica di spazio a 360 gradi, momento in cui fare i compiti, ma anche tempo per la socialità, il gioco e lo sport.

Tra le testimonianze raccolte, quella dello spazio Ufo di Saronno (Va), del Centro “Compiti Point-AllenaMente di Lecco e delle parrocchie di Santa Maria Bianca in Casoretto e San Luca, in zona Città Studi a Milano.

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