Nel gennaio del 1925, in occasione del giubileo indetto da papa Pio XI, nasceva “Voce Amica”, il mensile cattolico della Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret” di Cernusco sul Naviglio, che ha celebrato il suo centenario lo scorso gennaio. La rivista, composta da una redazione di otto volontari laici e circa 20 collaboratori esterni, ha raccontato nel tempo la vita della comunità, le sue famiglie, la sua storia e la fede cristiana. Con 48 pagine per 11 numeri annuali, Voce Amica è stata e continua a essere uno strumento che abbraccia la città e fa riflettere i lettori sui temi sociali e spirituali, come scrive Maurilio Frigerio, caporedattore e uno dei membri storici della redazione, che racconta come la rivista non fosse solo il giornale delle parrocchie, ma uno spazio di approfondimento per tutta la città.
Nel corso degli anni, la rivista si è evoluta e, dal gennaio 1995, è uscita in abbinamento con “Il Segno”, in una sinergia pastorale che ha cercato di rafforzare il legame con la Diocesi, come aveva annunciato don Luigi Caldera, parroco dal 1994 al 2008. La rivista ha cercato di «leggere le notizie alla luce della Notizia», coinvolgendo la comunità e rafforzando il senso di appartenenza. Nonostante i cambiamenti della società, Voce Amica ha mantenuto saldi i suoi obiettivi: accompagnare i fedeli nel cammino cristiano, offrire parole di conforto e testimoniare la fede.
Tuttavia, oggi il mensile affronta nuove sfide. La tiratura, che in passato era di circa 4.000 copie, è scesa a 2.500, riflettendo una crescente difficoltà nel mantenere il senso di appartenenza alla comunità che caratterizzava il giornale. Frigerio esprime preoccupazione per la diminuzione di questo senso di partecipazione, ma riconosce che c’è anche un risveglio di disponibilità, soprattutto tra coloro che, pur non frequentando la Chiesa, riconoscono il valore di Voce Amica come strumento di comunità. Nonostante la crisi, la redazione continua a lavorare con passione, cercando di coinvolgere anche i giovani. Un altro obiettivo importante è la digitalizzazione dell’archivio, che conta circa 33.000 pagine. Questo progetto potrebbe rendere l’accesso ai contenuti più facile e veloce, permettendo ricerche storiche più efficienti. La digitalizzazione, tuttavia, necessita di un forte sostegno economico, e per questo la redazione sta cercando sponsor che possano aiutare a realizzare questo importante passo.
Il centenario del mensile non è solo un’occasione per guardare al passato, ma per interrogarsi su come comunicare con le generazioni future. Monsignor Luciano Capra, il prevosto, nel suo editoriale, evidenzia che l’evoluzione della comunicazione, con l’avvento dei social media, richiede una riflessione profonda su come rispondere alle sfide del presente e rimanere significativi per tutte le età.
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