Giustizia

Giustizia minorile e disagio psichico, pericolo ghetto

Il sistema italiano, tra i più avanzati nel panorama internazionale, rischia un pericoloso passo indietro: da strutture miste di rieducazione a luoghi separati e onerosi. Le preoccupazioni del Coordinamento nazionale comunità accoglienti della Lombardia

Il nome ufficiale, nei documenti del Ministero della giustizia e di Regione Lombardia, è “Comunità sociosanitarie ad alta integrazione sanitaria, per l’inserimento di minori e giovani adulti con disagio psichico e/o con disturbi da uso di sostanze”. Ma gli operatori delle cooperative e delle realtà impegnate nel sistema della giustizia minorile ne parlano come di “piccoli manicomi”.

Si tratta di tre strutture (per un totale di 36 posti letto) che verranno aperte nei prossimi mesi in Lombardia dopo che, a fine 2024, si è conclusa la gara che ha portato alla selezione degli enti gestori. Sono destinate a ragazzi italiani e stranieri, di età compresa tra i 14 e i 21 anni, che hanno commesso reati e che soffrono di problemi di disagio psichico o di abuso da sostanze.

Si tratta di una novità assoluta per il sistema della giustizia penale minorile. E che preoccupa il Coordinamento nazionale comunità accoglienti (Cnca) della Lombardia, dal momento che rappresenta un preoccupante passo indietro nella cultura penale minorile del nostro Paese.

«Sono pensate esclusivamente per autori di reato con problemi di salute mentale, una cosa che la legge penale minorile vietava. Dubitiamo che comunità di questo tipo, in cui si concentrano solo ragazzi molto problematici possano essere gestite con metodi educativi», spiega Paolo Tartaglione, responsabile della Cooperativa sociale Arimo e membro del Cnca Lombardia.

Come specificato nelle Linee guida approvate nel 2022, l’obiettivo di queste comunità è “garantire risposte appropriate alle crescenti e preoccupanti espressioni dell’attuale disagio giovanile”. Potranno essere inseriti coloro i quali sono sottoposti a misura cautelare, messa alla prova o misure penali di comunità.

In questo modo, avverte il Cnca Lombardia, si mortifica il sistema della giustizia minorile italiana. Un sistema che è considerato il più avanzato a livello internazionale e ricorre al carcere per i minorenni solo in casi eccezionali, privilegiando piuttosto la riduzione della recidiva e lavorando sulla responsabilizzazione dei giovani autori di reato. Inoltre, è importante ricordare che oggi non esistono comunità che accolgono solo ragazzi che hanno commesso reati. Al contrario, le comunità educative sono “miste”, proprio per evitare che si creino ghetti, e aprono le porte a giovani e giovanissimi con percorsi e storie diverse.

Inoltre, la gestione di questi “piccoli manicomi” – come specificato nella delibera con cui Regione Lombardia ha pubblicato il bando per la selezione degli enti gestori – sarà particolarmente onerosa. La retta giornaliera, infatti, ammonta a 320 euro al giorno per ogni ospite presente in ciascuna struttura. Il 40% della cifra verrà coperto dal Ministero della giustizia e il restante 60% dalla Regione.

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