Visita pastorale

L’Arcivescovo in visita ad Azzate

Un decanato piccolo ma attivo, affacciato sul lago di Varese, tra dimore storiche, aziende e diverse realtà che operano a favore delle persone con disabilitànemoUn decanato piccolo ma attivo, affacciato sul lago di Varese, tra dimore storiche, aziende e diverse realtà che operano a favore delle persone con disabilità

È una comunità “che fa e che pensa” quella del Decanato di Azzate, affacciato sul lago di Varese, dove monsignor Delpini è in visita pastorale fino al 2 giugno. Sono le parole del decano don Cesare Zuccato, parroco ad Azzate, Buguggiate e Brunello, per la Caritas locale, che colgono lo spirito di molte altre iniziative in un territorio che, pur non superando i 30 mila abitanti, conta però dodici Comuni e altrettante parrocchie, riunite in tre Comunità pastorali.

Una zona caratterizzata da ville e dimore storiche, ma anche da tante aziende, al punto che, per i giorni della visita pastorale, don Cesare ha esteso anche agli imprenditori l’invito a dialogare con l’Arcivescovo.

Nel territorio spiccano, attente alla dimensione lavorativa, ma non solo, le diverse realtà che operano a favore delle persone con disabilità. Tra queste, a Inarzo, “Mirabilia Dei”, una comunità-alloggio dove gli ospiti con disabilità intellettiva, affidati alla responsabilità e alla cura di un nucleo familiare, sperimentano il calore e l’affetto di una vera e propria casa.

Sempre a Inarzo ha sede ora la “Cooperativa Abad”, fondata nel 1994 da don Franco Pozzi, allora parroco di Buguggiate, per dare lavoro alle persone del territorio con forme di svantaggio e di fragilità sociale, cresciuta fino a contare 72 dipendenti. Ultima attività avviata è la coltivazione di funghi alimentari, che trovano (soprattutto nelle reti di acquisto solidale) con il marchio “L’Orto del Borgo”.

Dare lavoro è l’obiettivo condiviso anche dalla cooperativa “Magari Domani”, nata nel 2014 dall’incontro tra un imprenditore di Gazzada con alcuni genitori di ragazzi con disabilità intellettiva. La richiesta di una prestazione, per quanto semplice, è parte del percorso di cura attraverso cui «possono scoprire e ampliare la propria autonomia», spiega Andrea Avila, tra i fondatori della cooperativa: circa 80 ragazzi frequentano i luoghi di Gazzada e di Morazzone, vivendo così, da adulti, il territorio.

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