Inchiesta

Donne e azzardo la fatica di chiedere aiuto

Ha numeri rilevanti e caratteristiche peculiari, eppure questa dipendenza al femminile resta quasi sempre sommersa. Mancano le terapie (tutte centrate sui maschi) e pesa la difficoltà di uscire allo scoperto sfidando stigma e pregiudizi. Di seguito uno stralcio del servizio pubblicato sul numero di gennaio
Foto Nicola Marfisi/Fotogramma

Un fenomeno nascosto e sottostimato. Sono le donne che finiscono nella spirale delle dipendenze, non da sostanze, ma da comportamenti. Il più diffuso e frequente è quello del gioco, non solo d’azzardo, dal Lotto alle slot machine, dai social ai videogame. Un tema vasto di cui da anni si occupa Fulvia Prever, psicologa e psicoterapeuta, responsabile scientifica di Azzardo&Donne e Dipendenze-SunnCoop e presidente della Fondazione Piero Varenna.

Le donne non si espongono, non chiedono aiuto, indossano una maschera e nascondono disagi e difficoltà della vita. «Non si capisce perché – dichiara la professionista – ci sia una sottovalutazione di tutti i fenomeni che riguardano la salute mentale nella sua declinazione al femminile, quando invece dal punto di vista fisico, di sintomi di altre patologie e di reazioni ai farmaci, si riconosce questa specificità». Insomma, questo dovrebbe valere anche per il gioco d’azzardo.

Secondo i dati dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e Istat, nel 2022 in Italia la puntata pro-capite dei giocatori d’azzardo su rete fisica era pari a 1.069 euro, con la Lombardia al terzo posto (1.219 euro) e su rete telematica ben 1.239 euro a livello nazionale, con la regione scesa alla quindicesima posizione (929 euro). Questi e i successivi dati sono stati raccolti da Ipsad (Italian population survey on alcohol and other drugs) ed elaborati da Sabrina Molinaro, responsabile Epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche). In cinque anni (2017-2022) tra gioco fisico e gioco telematico la Lombardia ha registrato un calo del 15%. 

Nel 2022 in Italia il 43,7% degli uomini (circa uno su due), pari a 10 milioni e mezzo, ha giocato d’azzardo, a fronte del 29,8% delle donne (una su tre), quasi 8 milioni. Sono circa 800 mila le persone tra i 18 e gli 84 anni che presentano un comportamento di gioco d’azzardo a rischio moderato/severo (1,7% del totale della popolazione), nelle fasce di età elevate le giocatrici sono le più esposte. Il 62% degli italiani ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita, di questi il 43% almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Tra i giochi online gli uomini preferiscono le scommesse sportive (calcio, ippica, tennis, big race), mentre le donne privilegiano il Superenalotto e il Gratta e vinci; nel gioco onsite (sul posto) gli uomini superano le donne nel Superenalotto.

Nel 2022 la prevalenza di gioco per genere si differenzia di poco nella popolazione tra i 18 e i 64 anni: il 51,6% maschi e il 41,4% femmine; in particolare nell’online tra il 2017-18 e il 2022 gli uomini sono passati dall’8,4% al 15%, mentre le donne dallo 0,9% al 2,9%.

Leggi l’articolo su Il Segno di gennaio