INTERVISTA

I disastri ambientali e il divario tra Nord e Sud

Alla Cop27 di Sharm el-Sheikh approvata la creazione di un Fondo per risarcire i Paesi poveri dei danni subìti da eventi climatici estremi. Al momento non c’è alcun impegno per ridurre l’aumento delle temperature

L’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente precisa che, se non si mette mano seriamente alla mitigazione del clima, la cifra necessaria potrebbe salire da 100 fino a 300 miliardi. Di seguito uno stralcio dell’intervista pubblicata su “Il Segno” di gennaio

Un appello ai leader mondiali per un accordo sul finanziamento di perdite e danni subìti dai Paesi più vulnerabili era stato lanciato dalla Loss and Damage Collaboration in un rapporto sull’emergenza climatica diffuso prima della Cop27. Di questa “rete” mondiale di ricercatori e attivisti fa parte anche Oxfam, confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo. Degli esiti della Cop27 parliamo con Francesco Petrelli, policy advisor di Oxfam Italia.

«Da questa Conferenza, a differenza di alcune precedenti, non dovevano scaturire dichiarazioni di particolare significato – premette -. Gli obiettivi erano sostanzialmente due: stilare una road mapin ordine alla riduzione dell’aumento della temperatura globale provocato dalle emissioni di anidride carbonica (tema che obiettivamente è stato eluso); prendere in esame il problema dei danni provocati dagli eventi climatici in una parte del mondo che dei fattori alla base di quegli eventi è minimamente responsabile. Una questione strettamente connessa alla prima e che viene affrontata con grave ritardo: i suoi effetti sono tangibili nell’arco di una sola generazione e rischiano di aumentare in modo esponenziale. Da questo punto di vista c’è stata una prima risposta, ma non basta».

Nel rapporto a cui avete collaborato risaltavano in particolare proprio le situazioni drammatiche dell’Africa occidentale e del Pakistan…

L’Africa paga l’effetto combinato di più fattori: la guerra in Ucraina, il problema dell’approvvigionamento del cibo e le conseguenti speculazioni, la siccità e gli eventi meteorologici estremi. In Pakistan l’alluvione di settembre ha prodotto danni per 30 miliardi di dollari: gli aiuti internazionali pervenuti prima della Cop27 assommavano a 472 milioni… E non parliamo di una Nazione povera, ma di un Paese che ha un ruolo importante nell’economia mondiale, anche se ovviamente gli effetti di questa mazzata sono più pesanti sulla parte più vulnerabile della popolazione.

Tratto dal numero 1 (gennaio 2023) de Il Segno