Il Segno di ottobre 2022 ha dedicato una lunga inchiesta di copertina al tema dell’accoglienza dell’omosessualità nella Chiesa, ascoltando associazioni e sacerdoti che testimoniano di esempi positivi in atto (a partire da Milano), seppure in un contesto dove ancora le notevoli aperture di papa Francesco convivono con una pastorale a volte in ritardo.
L’inchiesta fa cenno anche a importanti documenti che associazioni e gruppi di credenti Lgbt+ hanno recentemente consegnato ai vescovi italiani ed europei affinché il tema sia parte del percorso sinodale. Di seguito le sintesi e i riferimenti per le versioni integrali.
La dichiarazione del Forum europeo dei Gruppi Lgbt cristiani sul cammino sinodale
Il 10 agosto 2022 il Forum europeo dei Gruppi Lgbt cristiani (www.lgbtchristians.eu; Facebook: LGBTChristiansEurope) ha pubblicato una dichiarazione sul cammino sinodale in corso. Il Forum è un’associazione composta da 47 gruppi di 21 Paesi, che rappresentano circa 6 mila membri; il gruppo di lavoro cattolico annovera 20 gruppi di 13 Stati: oltre all’Italia (rappresentata da Cammini di Speranza), Belgio, Germania, Francia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Russia, Slovacchia, Svizzera, Spagna, Regno Unito.
«Il Cammino Sinodale ha stimolato intensi scambi sulla grande varietà delle nostre esperienze di persone cattoliche Lgbtiq+ nelle nostre parrocchie, nelle nostre diocesi e nazioni», scrivono nel documento. «Abbiamo cominciato il nostro cammino nel settembre 2021 con una videoconferenza straordinaria in cui abbiamo analizzato le opportunità che il Cammino Sinodale ci offre, e abbiamo riflettuto sul grande scetticismo che lo circonda, viste le molteplici forme di esclusione vissute in passato. Nonostante l’esclusione e l’emarginazione, abbiamo invitato i gruppi membri del Forum a partecipare attivamente al Cammino a livello globale». Nel maggio scorso il dibattito è culminato, «durante la conferenza annuale del Forum in Svizzera, in un workshop riassuntivo delle proposte dei nostri membri».
Anzitutto, «molti, durante il Cammino Sinodale, e principalmente nell’Europa occidentale, lamentano il fatto che le persone Lgbtiq+ cattoliche sono messe da parte. Risulta chiaro che l’inclusione e l’accoglienza delle persone LGBTIQ+ cattoliche, dei loro genitori e famigliari è uno dei maggiori desideri di moltissime comunità cristiane, e che sono state messe in atto numerose strategie pastorali, come le “Messe accoglienti”, le “pastorali arcobaleno” e altre, e tuttavia le persone LGBTIQ+ cattoliche, al di là di tali occasioni, vengono spesso “rese invisibili”. […] In ogni circostanza e situazione della vita Dio chiama ogni persona, a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale, a completare quella parte della creazione divina che solamente quella persona può completare. Questo viene regolarmente negato in molti processi, strutture e ministeri della Chiesa, sia da parte delle persone consacrate che dei laici: questo è un peccato strutturale contro le persone Lgbtiq+ cattoliche, e anche contro i loro figli».
Lungi dal voler essere considerati vittime, «ci chiediamo se la gerarchia della Chiesa sia conscia di quanto siamo lontani dal vedere le persone Lgbtiq+ veramente coinvolte nella missione dataci da Cristo. […] Anche in quei Paesi dove vengono protetti i diritti umani, la Chiesa cattolica romana per molti non è certo un luogo sicuro in cui fare coming out, in particolare per chi lavora nelle sue istituzioni». Le persone Lgbtiq+ cattoliche «partecipano al Cammino Sinodale in molti modi diversi, a seconda del loro Paese e anche della loro diocesi. Se in alcune diocesi la loro partecipazione è stata sollecitata, nella maggior parte di esse la loro disponibilità è stata ignorata o rifiutata».
Ma il Forum vuole puntare su una missione comune: «Tutte e tutti siamo stati creati a immagine di Dio, che è al di là di ogni genere, e siamo stati tutti battezzati, perciò prendiamo tutte e tutti parte all’opera di diffusione del messaggio pasquale e di concretizzazione del Regno di Dio». Quindi, secondo il «principio sinodale di camminare e ascoltare insieme, rinnoviamo il nostro invito al Vaticano perché istituisca esplicitamente un Cammino di ascolto globale assieme alle persone Lgbtiq+ cattoliche, i loro genitori e i loro famigliari, studiosi di scienze umane, teologi, esperti di pastorale, religiosi, sacerdoti e vescovi, attorno e oltre l’ottobre 2023».
Il documento de “Il Guado” per il sinodo dei vescovi
Nel marzo 2022 l’associazione “Il Guado” e il gruppo “Giovani del Guado” hanno consegnato alla segreteria generale della Conferenza episcopale italiana un contributo per il Sinodo universale dei vescovi. Nell’introduzione, il portavoce Gianni Geraci ricorda che «una Chiesa cattolica è una Chiesa in cui tutti possono trovare posto. […] Per questo i nostri gruppi di omosessuali credenti, quando papa Francesco ha proposto alla Chiesa intera questo percorso di riflessione dedicato al tema della sinodalità, hanno capito che era loro dovere dare un contributo specifico che partisse dal vissuto dei cristiani Lgbt+ e dalle riflessioni che, nel corso della nostra storia, abbiamo avuto modo di fare sulla nostra vita e sulla vita delle nostre famiglie». L’obiettivo «non è quello di far prevalere la nostra voce sulla voce dei tanti altri fratelli nella fede che, insieme a noi, sono chiamati a realizzare quell’ideale di comunione che Gesù ci ha indicato nel Vangelo, bensì quello di mettere la nostra voce al servizio di quell’ideale di universalità che la natura cattolica della Chiesa ci chiede sempre di perseguire».
Il documento chiede di «valorizzare la presenza delle persone Lgbt+ nella Chiesa», che «non sempre si sentono libere di parlare apertamente della loro vita nella comunità ecclesiale e, soprattutto se sono insegnanti o educatori, vivono nella paura di essere allontanate degli incarichi che svolgono. Questo impedisce alla Chiesa di attingere ai doni che possono scaturire da una onesta testimonianza delle persone Lgbt+ sulle caratteristiche specifiche del loro vissuto». L’invito alla conoscenza reciproca e al dialogo ha un presupposto: l’ascolto, per «superare tutte le letture pregiudiziali del loro vissuto. A questo proposito è ormai inderogabile l’esigenza di creare degli spazi specifici di ascolto e di confronto in cui ci si attrezzi per vivere un’esperienza di “sinodalità” con le comunità cristiane, le persone Lgbt+, le loro famiglie e i gruppi di cui fanno parte». Quindi diventa «urgente una pastorale dedicata alle famiglie che hanno al loro interno persone Lgbt+ che coinvolga le stesse persone Lgbt+, i loro familiari, pastori, operatori pastorali ed esperti con l’obiettivo finale di inserirla a pieno titolo nella pastorale comune. Questo sarà possibile se tutti si orienteranno al superamento di pregiudizi, ipocrisie ed esclusioni».
Il Guado: tel. 370 3719321; e-mail gruppodelguado@gmail.com; web www.gaycristiani.it.